Violenza alle donne: Bagheria non è immune. Se ne è parlato al convegno organizzato dalla presidente del consiglio comunale

Pubblicato il 26 novembre 2013 • Comunicati

Bagheria, 26.11.2013 –“Non è una problematica di altri è di tutti, delle Istituzioni, delle scuole, è nostra” con queste parola la presidente del Consiglio comunale di Bagheria, Caterina Vigilia, ha esordito all’apertura del convegno intitolato “Bagheria per una cultura condivisa del rispetto contro la violenza sulle donne” in occasione della giornata internazionale contro la violenza alle donne.

 

Ricco parterre di ospiti ed un attento e folto pubblico hanno reso più interessante l’evento che è stato arricchito dalle suggestive e toccanti performance di tre bravi artisti Dario Spatafora (voce e recitazione) Chiara Spica (chitarra) che hanno proposto una raccolta di brani e poesie musicate “La donna: Poesia e musica” e l’attrice Noemi Sanfilippo che ha interpretato la “Storia di donna violata” da una storia vera.

 

Alla manifestazione hanno preso parte il sindaco di Bagheria, Vincenzo Lo Meo, la presidente della Commissione consiliare Cultura, Maria Grazia Lo Cascio, il dirigente della Polizia di Stato del Commissariato di Bagheria, Francesco Fucarini, la psicologa Tiziana Tobia, gli avvocati Francesco Paolo Maurigi ed Elvira La Rosa, il vice direttore della Casa dei Giovani, Biagio Sciortino, l’artista Elisa Martorana e la dirigente scolastica del Circolo didattico Cirrincione nonché coordinatrice della rete scolastica Babelgherib, Vittoria Casa.

 

“Si cercano delle giustificazioni umane in questi gesti di violenza ma di umano c’è ben poco, gli uomini spesso vengono creduti quando ritrattano – ritiene la presidente del consiglio comunale, Vigilia, che sottolinea che l’incontro di ieri può e deve essere l’Inizio di un percorso che ci deve portare a parlare di dati numerici legati ai femminicidi che si riducono”.

 

La presidente che ha introdotto il tema e coordinato l’incontro, ha poi passato la parola al sindaco di Bagheria, Vincenzo Lo Meo, che ha ringraziato la presidenza per aver organizzato il momento di riflessione e aver proposto l’intitolazione di una strada alle donne Vittime di violenza. “Sono esterrefatto dai dati che ho sentito in tv in questi giorni, i numeri delle donne uccise soprattutto nell’ambito familiare sono raccapriccianti, viene uccisa una donna ogni due giorni e mezzo – dice il sindaco Lo Meo – noi: istituzioni, scuola, famiglia dobbiamo essere sentinelle vigili, grazie anche all’aiuto dei servizi sociali nel cercare di capire dove ci sono casi che potrebbero sfociare in violenze”.

 

“Non abbiate paura di denunciare è il monito che lancia la presidente della IV commissione consiliare, Maria Grazia Lo Cascio – e ricordate che oggi potete fruire del gratuito patrocinio a spese dello Stato per essere tutelate legalmente”.

 

“Anche l’arte è impegnata nel sociale e nel comunicare messaggi forti come quello contro la vioenza alle donne” tiene a sottolinearlo la fotografa e grafic designer bagherese Elisa Martorana che ha presentato al pubblico presente un suo prossimo progetto artistico “Woman for Woman” volto appunto a comunicare le donne, la loro attività, la loro forza contro un mondo ancora troppo maschilista.

 

“L’educazione contro ogni forma di violenza di genere è entrata nei programmi curriculari degli studenti con il nuovo decreto sull’istruzione” – ci racconta la dirigente scolastica Vittoria Casa “bisogna infatti lavorare con i giovani sin da piccoli contro ogni stereotipo; è probabile che non sentiremo più leggere la favola di Cenerentola, di Cappuccetto Rosso, dove le personalità femminili sono stereotipate, la donna è vista sempre in attesa del principe azzurro ed il maschio è predatore. Non si dovranno sentire più frasi rivolte ai maschetti come “non piangere perché sei un ometto” ; è fondamentale che la comunicazione, anche in famiglia, non sia stereotipata”.

 

Più volte durante il convegno è venuto fuori che i bambini sono vittime aggiunte della violenza rivolta alle loro madri spesso spettatori silenziosi e dolenti di ciò che vedono fare ai loro papà.

 

“La scuola nel comprendere certi atteggiamenti ha un ruolo fondamentale – conclude Vittoria Casa – ma spesso non la le risorse economiche ed è lasciata sola”.

 

A tal proposito la presidente Caterina Vigilia ha voluto ringraziare tutti i dirigenti scolastici presenti al convegno, una rappresentanza di docenti per la loro attività che spesso va al di là della normale attività formativa.

 

“Per contrastare la violenza contro la donna non basta solo la buona volontà ma occorre una conoscenza specifica del problema e un’adeguata formazione sul fenomeno non basta solo offrire a queste vittime un tetto sulla testa” a sostenerlo la psicologa Tiziana Tobia attiva presso la casa rifugio “Casa donne nuove” in attività dal 2004 per opera della cooperativa Nuova Generazione che ha sede legale a Trabia.

 

“In tutta la Regione sono pochissime le strutture che rispondo no a questa emergenza sociale” – specifica Tobia che si riferisce ai tagli che hanno riguardato il Sociale.

 

“Queste donne non sanno dove andare, temono che il padre tolga loro i figli, non sanno come mantenerli, noi con progetti specifici offriamo loro un tetto, formazione professionale ed in qualche caso sono riuscite anche ad impiegarsi dopo un tirocinio professionalizzante retribuito” conclude Tobia.

 

Entra nel merito della legge 119/2013 l’avvocato Francesco Paolo Maurigi definendola una legge complessa. Evidenza tutte le nuove aggravanti portate avanti dalla norma aumentando di un terzo la pena per questi specifici reati, nel caso in cui il reato venga commesso in presenza di minori, ci siano maltrattamenti familiari per i conviventi, per le donne in gravidanza, e se i colpevoli sono ex-fidanzati. Cita poi l’articolo 609 ter della legge in cui ci sono nuove aggravanti se i reati di violenza sessuale sono commessi nei confronti dei minori, puniti con pene dai 9 ai 16 anni ed il riferimento ai recenti fatti di cronaca relativo alle baby squillo è inevitabile. L’avvocato conclude con esempi pratici di sentenze della Cassazione e con le modifiche relative al reato di stalking per il quale sono permesse le intercettazioni, il processo per direttissima e altre novità come il reato che viene riconosciuto tale già dopo solo due atti persecutori che possono già comportare una condanna.

 

Particolarmente intenso l’intervento del neo- dirigente del locale commissariato di polizia di Stato, Francesco Fucarini che disegna il modello di riferimento, le prospettive della risoluzione della problematica, “le fasce di età dove il reato si perpetra di più sono tra i 35 ed i 50 anni” dice il commissario che fornisce anche dei dati su Bagheria: “nel 2013 si sono avuti 4 casi di stalking, 9 violazioni e maltrattamenti in famiglia, 30 casi di lesioni. Le minacce, le ingiurie, le molestie telefoniche sono i cosiddetti reati sentinella, per fortuna – sottolinea il dirigente – con la nuova normativa abbiamo avuto un aggravamento delle pene. Occorre una risposta culturale, bisogna prevenire e saper gestire i conflitti, saper gestire ed esprimere le emozioni per il recupero della serenità delle donne. La norma ci obbliga poi ad informare: informare circa la rete assistenziale, informarla dei centri antiviolenza, e dell’assistenza legale”.

 

“La violenza psicologica è la più dura da combattere” – sostiene l’avvocato Elvira La Rosa – “le donne che vogliono separarsi dal loro marito convivono con l’aspetto di essere succubi, per incapacità economica, di far fronte ai propri bisogni . L’indipendenza economica della donna diventa lo strumento mancante perché si possa abbandonare la casa”.

 

Chiude la lunga serata per la giornata contro la violenza alle donne organizzata dalla presidenza del consiglio comunale l’intervento del vice-direttore della Casa dei Giovani, Biagio Sciortino, che, tra gli altri progetto, ha al suo attivo anche il progetto Maddalena proprio a favore delle donne vittime di violenza. “Occorre entrare nel sistema, conoscere per bene le situazioni per poter offrire una risposta adeguata – dice Sciortino – la violenza ha radici profonde anche nella distrazione che è caratteristica di questa società, occorrono informazione, formazione, prevenzione e condivisione, se ognuno di noi fa il proprio dovere e si crea una rete sicura intorno alla vittima senza falle allora potremmo sperare che non ci saranno fenomeni di emulazione nei figli delle vittime”.

 

La lunga serata si è conclusa con un comune convincimento: non bisogna aspettare il prossimo 25 novembre per riparlare della problematica, occorre agire subito, ognuno per il proprio ruolo.

 

 

 

 

Marina Mancini

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