Presentazione del nuovo Cd "Zjarri" di Pierpaolo Petta Domenica 23 novembre alle ore 17.30 Palazzo Aragona Cutò.

Pubblicato il 21 novembre 2014 • Comunicati

Riceviamo e pubblichiamo: 

“Zjarri” è il terzo dei lavori realizzati dal Maestro Pierpaolo Petta, fisarmonicista e compositore Arbërëshë di Piana degli Albanesi .

I precedenti sono “Mos prit” (Non aspettare), e “Kërkim” (Ricerca).

Trovo, a mio parere, esista tra le Sue “creature”, un leitmotiv ma al contempo esse narrano diverse “storie”: ascoltarle, assaporarle ne offre contezza.

“Zjarri” è πρόδρομοϛ del contenuto e non solo perché significhi realmente “fuoco”, o perché contenga un “Piece”che ne porta il titolo: perché fuoco è quello che si percepisce all’ascolto, una scoppiettante esplosione di note “bianche e nere” , dove per bianco e nero non mi riferisco solo a suoni naturali o alterati che si susseguono, inseguono, si muovono, danzano, ridono beffardi e sorridono e incantano, cantano e parlano, e incantano ancora, producendo quel calore di un certo “ El no sé que”, che pervade ogni cellula dell’essere.

Una sorta di Duende lorchiano, una prepotente energia creativa ed interpretativa, che non ha nulla a che vedere con la maestria tecnica o con la disciplina artistica del M° Pierpaolo Petta, è una forza piacevolmente oscura dalla quale lo sento pervaso, “agitato” da passione e sensualità nel culmine dell’atto creativo, forza contrapposta, tuttavia, alla delicata grazia luminosa e ordinatrice, simboleggiata dai due brani cantati, “Ave Maria” e “Lulja e Majt”. Duende che irrora, oserei dire, permea le composizioni e le esecuzioni del Maestro che recano in sé come un potere “Brujo” che da Lui si irradia coinvolgendo il Suo pubblico.

Le opere del M° Petta posseggono un’energia attraente alla quale non si resiste, la cui malia irretisce i sensi e la mente, il tutto polarizzato attorno al concetto “socratico” di stato ineffabile, da cui scaturisce un elenco di sinonimi: emozione, sublimazione, ispirazione, rivelazione, incanto, luce, malia, estasi, fascino, bellezza, carisma, aura, eccitazione, vertigine...

Nella sua melodia, trova rifugio l’emozione della storia Arbërëshë, melodia che salta da ieri a oggi, viva e piena di palpiti, grazie al “φυσώ αρμονικός”, al soffio armonico, della fisarmonica del Maestro. Musica che definisce le peculiarità Arbërëshë, che il tempo e le contaminazioni linguistico-culturali cercano inesorabilmente di cancellare.

Le “melodie vive” e al contempo “antiche”, composte da Pierpaolo, rappresentano memoria della cultura dell’Arberia, e attraverso Lui, giungono fino a noi.

Musica a tratti dolce ma al contempo ardente, rossa e calda come Zjarri, che scotta perché scaturisce dalla punta della fiamma; sobria ma a volte scherzosa, dispettosa e imbibita di delicatissima, sottile, insinuante sensualità….

 

Linda Gatto