Inaugurazione di “Il cuore della luce è nero. Pittura ed Alchimia nell’opera di Marco Danese.” Al Centro d’Arte e Cultura “Piero Montana”.
Pubblicato il 5 dicembre 2023 • Comunicati , Cultura
Sarà inaugurata sabato 9 dicembre alle ore 17,30 la mostra: “Il cuore della luce è nero. Pittura ed Alchimia nell’opera di Marco Danese” in esposizione presso il Centro d’Arte e Cultura “Piero Montana” dal 9 dicembre 2023, al 6 gennaio 2024. La mostra rientra tra gli eventi artistici-culturali promossi dal Centro d’Arte e Cultura “Piero Montana”, siti in via Bernardo Mattarella N° 64 a Bagheria, per la stagione 2023/2024, e patrocinati dal comune di Bagheria.
La mostra si potrà visitare gratuitamente tutti i giorni dalle ore 17:00 alle ore 20:00 ma solo su prenotazione telefonando al numero di cellulare 3886416109.
Si legge in nota di Piero Montana:
Pittura ed Alchimia nell’opera di Marco Danese. Questa è la mostra non di un adepto, di un iniziato, che tuttavia nelle sue opere pittoriche, dense di materia, mostra degli aspetti che soprattutto sono presenti, con evidente rilevanza, in quella scienza ermetica, oggi obliata nel mondo moderno, che nel passato ebbe il nome di Alchimia. Anzitutto la materia pittorica di Danese che presenta nuove soluzioni nel campo dell’astrattismo, nella sua sapiente elaborazione si fonda su una tecnica mista che utilizza materiali eterogenei, quali ad esempio il cartone, la sabbia, le garze, i colori acrili, i collages, tutti elementi tenuti insieme, saldati dalla colla. Tuttavia in questa materia così realizzata primeggiano come colori prevalenti il nero e il bianco, colori questi propri delle prime due fasi del processo alchemico: la nigredo e l’albedo. Ma l’albedo nel modo di operare di Danese non viene conseguita come un superamento della fase iniziale costituita dalla nigredo, ma al contrario come una fase che viene meglio ad illuminare l’Indistinto, il Caos, le Tenebre propri dell’Opera al nero. Nella pittura del nostro artista viene espresso pertanto una sorta di pessimismo cosmico. In essa infatti è dominante solo il nero, il colore della nigredo. Pittoricamente il nero che è pure il colore del buio e della notte non viene rischiarato dal nostro artista ma oscurato ancora di più. Il bianco, colore dell’albedo, viene quindi usato da Danese al solo scopo di rendere visibile l’Invisibile, quel che non si può illuminare, quel che per sempre rimane oscuro. Danese con i suoi mezzi pittorici finisce dunque per mostrare nelle sue opere il dominio delle Tenebre. Sono le Tenebre la materia oscura che avvolge il nostro mondo, il nostro universo nonostante in esso vagano tante stelle, tanti punti luminosi, che tuttavia trovano fondamento in un mistero insondabile, quello stesso mistero che è l’unica certezza della nostra esistenza. Nell’opera di Danese si possono pertanto intravedere i temi dell’antico nonché eretico pensiero gnostico, che, come si sa, affermava, sfidando l’Ortodossia cattolica, che tutto il nostro mondo materiale è governato proprio dal Principe delle Tenebre ossia da un Governatore per nulla buono ma, al contrario, malvagio al cui dominio siamo costretti a soggiacere. A differenza degli gnostici però Danese fa intravedere, nel suo operato pittorico, un pessimismo ancora più radicale. Dalle Tenebre che avvolgono la nostra esistenza, per il nostro pittore, non c’è via di scampo. Da queste Tenebre nessun Salvatore può trarci fuori. Questa pittura di Danese di certo allora è la pittura di un esistenzialista radicalmente pessimista. Nella pittura del nostro artista è pertanto dominante solo un’Opera al nero che oltre l’alchimia mostra aspetti che sconfinano nella mistica, da sempre pure, come la
scienza ermetica sopraddetta, in odore di eresia. Senza forse conoscerlo e pur nella diversità dei temi esistenziali, Danese sembra accostarsi nella suo operare a un mistico spagnolo del Seicento, il carmelitano Giovanni della Croce, di cui celeberrima è l’opera poetica “La notte oscura”. È qui infatti che Giovanni della Croce matura l'esperienza della notte. Notte dei sensi e dello spirito, momento di travaglio, sofferenza, dubbio, senso di solitudine e dell'abbandono da parte di Dio, temi questi che il nostro artista condivide a pieno, esprimendoli pittoricamente. A differenza del pensiero del mistico spagnolo, quello di Danese esclude però che questa Notte possa essere solo un momento, una fase necessaria per la purificazione dei sensi e degli affetti che ci legano al mondo e ci impediscono di salire lungo la via spirituale che porterebbe alla salvezza dell’anima. Danese, diciamolo chiaramente, è un artista maledetto, di cui è facile lodare nei suoi quadri i risultati di una buona resa pittorica ma non i temi molto problematici e difficili da condividere, espressi nella sua opera.