Un centro di ascolto per i giovani e le famiglie attivo ogni martedì e venerdì al Liceo Scaduto di Bagheria
Pubblicato il 20 marzo 2014 • Comunicati
Riceviamo e pubblichiamo
Un centro servizi, per potenziare la lotta alla dispersione scolastica e al disagio giovanile, sarà attivo ogni martedì e venerdì presso il Liceo Classico “Francesco Scaduto” di Bagheria. Protagonisti le famiglie, la comunità parrocchiale della chiesa Madre di Bagheria, le scuole ITES Sturzo e Liceo Scaduto e l’associazione “Il Gabbiano”. Il progetto, finanziato dall’assessorato regionale per la Famiglia e le Politiche Sociali, è stato presentato venerdì scorso dai Dirigenti Giuseppina Muscato e Gioacchino Genuardi, insieme a Padre Giovanni La Mendola, Filippo Restivo, i docenti Sergio Martorana, Domenico Aiello e Girolama Bruno. L’iniziativa progettuale denominata “Genitori e giovani insieme per nuovi percorsi educativi” si propone di potenziare le attività del Centro Servizi già esistente presso il Liceo Classico “Francesco Scaduto”, promuovendo nuove attività e nuovi servizi a supporto degli studenti e delle famiglie.
Attraverso il supporto di un team di esperti saranno organizzati laboratori intergenerazionali, servizi di orientamento e di supporto all’analisi delle competenze e al curriculum vitae, sostegno alla funzione educativa delle famiglie e coinvolgimento dei genitori alla vita della scuola. Un apposito sportello sarà aperto ogni martedì dalle 15,00 alle 18,00 e ogni venerdì dalle 9,00 alle 12,00, per garantire un più intenso e organico sostegno alle iniziative di prevenzione e di contrasto al disagio giovanile, attraverso anche l’interazione educativa tra luoghi di apprendimento formale (scuola), di apprendimento informale (famiglia) e territoriale (associazionismo e presidi parrocchiali).
Rileva l’importanza di questo progetto il Dirigente Scolastico del Liceo Scaduto, Giuseppina Muscato: “Oggi è particolarmente importante rafforzare la collaborazione fra scuola, famiglie, comunità parrocchiali ed istituzioni pubbliche. I nostri giovani vivono un forte disagio sociale dettato dall’incertezza del futuro”. Citando il compianto preside Salvatore Provenzani e il suo predecessore, Domenico Figà, la professoressa Muscato rafforza il concetto di rete: “Le reti si formano perché si lavora alla creazione della rete; i rapporti umani si creano grazie alle relazioni: oggi occorre trovare nuove occasioni di confronto e di riflessione, al di là delle circolari ministeriali la scuola deve fare il suo cammino, per dare risposte ai giovani che devono avere punti di riferimento certi”.
Gli fa eco il Dirigente Scolastico dell’ITES Sturzo, Gioacchino Genuardi “Oggi è persistente la necessità di creare opportunità per migliorare il nostro stato sociale. Iniziative che garantiscono l’interazione fra vari soggetti come comunità parrocchiali, associazioni, scuole, istituzioni pubbliche, possono essere determinanti alla soluzione dei problemi derivanti dal disagio giovanile. Ognuno di noi deve mettere in moto meccanismi utili a far crescere la propria comunità. Oggi assistiamo ad un’inarrestabile fuga di cervelli verso l’Estero. Occorre impegnarsi per raggiungere un nuovo equilibrio, offrendo opportunità alle nuove generazioni, per essere nuovamente competitivi con gli altri Paesi europei” .
“Oggi la Chiesa percepisce il disagio dei giovani –dice Padre La Mendola. I ragazzi sono spenti, scoraggiati, non vedono con speranza il loro futuro. La colpa non è dei giovani, ma di chi toglie questa speranza. Viviamo in continua emergenza educativa: questo progetto nasce per supportare i nostri giovani e per sviluppare in loro una coscienza critica. Vogliamo offrire una prospettiva alle nuove generazioni, invitandoli a non perdere fiducia in se stessi”.
Uno degli ispiratori del progetto è il professore Ignazio La Monica, che sintetizza così “Le scuole, in questi anni, sono state protagoniste di numerose iniziative che hanno consentito di costruire questa nuova opportunità che l’Assessorato Regionale alla Famiglia offre, per aprire sul territorio un centro di servizi al fine di favorire l’inclusione sociale nell’area dell’istruzione.
L’inclusione sociale è il filo conduttore di tutte le attività sostenute negli anni dalle scuole. Attraverso l’istruzione si è creata progettazione a vantaggio dei giovani che spesso vivono condizioni di disagio. Con questo ulteriore progetto vogliamo dare nuovi input ai giovani, grazie al coinvolgimento delle famiglie. I ragazzi oggi hanno bisogno di un luogo dove incontrarsi, dove poter scambiare le proprie idee, dove potersi confrontare. Quello che vogliamo offrire è un’opportunità di aggregazione, di sviluppo di cittadinanza attiva”.