Le opere di Musti e Tornese al Museo Civico di Castelbuono
Pubblicato il 11 febbraio 2014 • Comunicati
Riceviamo e pubblichiamo
La collezione permanente del Museo Civico di Castelbuono si è arricchita di due nuove opere pittoriche degli artisti: Arrigo Musti e Rosario Tornese. La donazione è stata ufficializzata giorno 15 gennaio nella sede del Castello alla presenza del Direttore del Museo, D.ssa Francesca Cicero. La proposta di donazione era stata presentata dall’associazione culturale Ermione di Bagheria impegnata nella valorizzazione e nella promozione dei “talenti”. La richiesta è stata accolta favorevolmente dal C.d.A. del Museo Civico. E’ sicuramente un motivo d’orgoglio per l’Istituzione che il prestigioso museo diventi punto di riferimento per artisti e associazioni culturali. Le opere, donate dai due artisti, fanno parte della loro più recente produzione. Arrigo Musti, di Bagheria, e Rosario Tornese, di Altavilla Milicia, hanno al loro attivo diverse mostre personali e collettive. Alcune loro opere sono presenti presso la Fondazione Sant’Elia, Palazzo Sant’Elia a Palermo e il Museo Renato Guttuso di Bagheria. Due opere di Musti sono esposte permanentemente presso il Tribunale Internazionale dell’Aja. Nel 2011 l’artista bagherese ha partecipato, prescelto dal regista Giuseppe Tornatore, alla 54° Biennale di Venezia, curata da Vittorio Sgarbi, presso l’Arsenale. Arrigo Musti ama sperimentare e spingere sempre più avanti la ricerca espressiva caratterizzata, oggi, da un processo pittorico minimalista. Natura in un metro di Cielo 2013
Come ha scritto Lorenzo Canova, esegeta del suo nuovo ciclo di pitture, Drops, le gocce, “la pittura di Arrigo Musti si declina attraverso la logica paradossale dell’ossimoro e dell’unione dei contrari…”. Egli riesce a far dialogare la citazione della statuaria antica con la ricerca artistica dei movimenti del Novecento, in una sintesi che riesce a collegare l’opera di Michelangelo e Lucio Fontana. “Il risultato è una serie di opere in cui la pittura si allontana dall’elemento iconico portandosi verso una declinazione stilistica che confina con l’astrazione…”. Le figure costruite attraverso l’ossimoro metaforico si caricano di un’intensa espressività. L’artista accosta la luce e l’ombra con significato opposto: la luce divora la materia e l’ombra la rivela per la trascinarla nel “gorgo tenebroso … dell’oblio”. Le opere di Rosario Tornese esplorano il meraviglioso e variopinto mondo degli insetti con il senso profondo di inserire l’uomo dentro la natura per risvegliare, come affermava Cezanne, la “petite sensation”.
[caption id="attachment_2822" align="alignright" width="296"] Natura in un metro di Cielo[/caption]
Egli riempie le tele, d’artropodi: ragni o aracnidi, coleotteri, lepidotteri, libellule, farfalle, api. Le megalografie degli insetti, elevate a manifestazione artistica, acquistano una monumentale bellezza esaltata dal colore e dalla naturalezza espressiva delle pennellate che modellano le forme. Come ha scritto Aldo Gerbino, “La texture pittorica di Rosario invia i suoi segnali attraverso dripping, oppure smarginando le parti connettivali dei pigmenti con l’uso spontaneo del frottage...” Questa particolare stesura cromatica affonda le sue radici nell’espressionismo astratto americano di Willem de Kooning e Pollock. Nel dipinto “Natura in un metro di cielo”, donato al Museo, la natura si abbraccia, si fonde, festeggia il soffio vitale che colora il mondo. Nulla vi è di più consigliato, per capire il lavoro dei due artisti, che visitare il Museo Civico e vedere le opere.
Vincenzo Minutella