In ricordo di Mimmo Pintacuda. Il regista Peppuccio Tornatore emoziona la platea con il suo ricordo

Pubblicato il 22 febbraio 2014 • Comunicati

tornatore_aielloUna serata ricordo ma anche un evento artistico, un inno alla fotografia del Novecento, l’evento che si è svolto ieri al Supercinema in memoria di Mimmo Pintacuda, il noto fotografo bagherese, scomparso recentemente all’età di 86 anni lo scorso dicembre.

 

Una serata voluta dal figlio, lo sceneggiatore Paolo Pintacuda, ma sposata subito dagli amici più cari: il professor Mimmo Aiello che con grande delicatezza ha coordinato la serata, Biagio Sciortino, ex sindaco di Bagheria e amico di famiglia, Dora Favetella Lo Cascio, assessore alla Cultura del Comune di Bagheria e l’amico e “allievo” il regista Peppuccio Tornatore.

Una serata ricca di aneddoti che hanno esaltato il lato artistico e umano di Pintacuda ma anche una lezione sulla fotografia.

All’evento ha partecipato anche il sindaco di Bagheria, Vincenzo Lo Meo, visibilmente scosso anche per i fatti legati alla questione del cimitero comunale: “E’ un cittadino che ci fa onore, non potevo non esserci anche se oggi Bagheria non balza agli onori della cronaca per i suoi figli più illustri e che ci fanno grandi all'estero ma per eventi tristi. Non posso però non ricordare Pintacuda – dice il primo cittadino di Bagheria - ho un ricordo particolare di lui, l’ho conosciuto attraverso le sue foto pubblicate sulla rivista Epoca, dove venivano ripresi i mostri di villa Palagonia ed i tetti delle case circostanti con le antenne selvaggiamente piantate a deturpare la bellezza architettonica della villa: ebbene riconobbi subito la potenza dell’immagine narrante di Mimmo Pintacuda”.

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Emozionante anche il racconto di Biagio Sciortino che ricorda le sua attività di assessore alla Cultura e le mostre organizzate per celebrare l’opera di Pintacuda durante assessorato e sindacatura: “Personaggio non facile Mimmo, ironico e spesso critico con le Istituzioni ma profondo indagatore dei volti e dei luoghi della sua città, grande testimone di un’epoca”.

Il carattere determinato di Pintacuda, conscio della sua bravura e professionalità è sottolineato anche dal sentito e lungo racconto che ne fa il regista-allievo del fotografo bagherese, Giuseppe Tornatore che iniziò a frequentarlo da piccolino, all’età di 9 anni, mentre si recava presso la cabina di proiezione del cinema Capitol, approcciandosi alla visione dei film da una prospettiva diversa, più profonda e istruttiva, che allora magari non avrebbe potuto riconoscere come profondamente formativa per la sua vita ma che invece ha lasciato un segno indelebile che si evince dal fatto che Pintacuda ha ispirato anche uno dei suoi personaggi più famosi: il proiezionista Alfredo di Nuovo Cinema Paradiso.

“Era un perfezionista, per lui la foto non era mai definitiva, poteva essere sempre studiata, perfezionata, ritagliata, ritoccata” afferma l’altrettanto perfezionista regista e vincitore di diversi premi tra cui l’Oscar appunto per la pellicola Nuovo Cinema Paradiso – indagatore di emozioni, narratore di storie di vita attraverso immagini, maestro che di giorno riprendeva la gente con la sua macchina fotografica e di sera, nel buio della cabina di proiezione, a quegli stessi bagheresi, riproponeva emozioni con le immagini dei film dell’epoca”.

 

I ricordi che tornano alla memoria sono tanti: “non l’ho mai visto mangiare in tanti anni che l’ho frequentato, caffè tanti si ma mangiare mai, perché prima veniva sempre il suo lavoro, instancabile” e ancora in ricordo dell’ultima visita quando Pintacuda ormai malato continuava a fotografare la sua città ed i bagheresi, con un solo punto di vista che accomunava tutte le foto: la finestra di casa sua, dalla quale non si muoveva ma che gli permetteva comunque di continuare ad esercitare la sua arte.

 Chiude gli interventi prima della proiezione del toccante e artisticamente validissimo docu-film “Mimmo Pintacuda – La mia fotografia” realizzato dal regista e figlio Paolo Pintacuda, proprio lo stesso figlio visibilmente emozionato per il tanto affetto che gli amici di una vita hanno mostrato per lui e per il padre, riempiendo sino all’ultimo posto la gremita sala del Supercinema.

 “Mio padre vive attraverso le sue foto – dice Paolo - guardando le sue opere continuiamo ad averlo come artista ed io ad averlo come padre”.

 Prima della proiezione del film la platea ha applaudito il chitarrista Francesco Maria Martorana la cui performance ancora una volta è stata dedicata a Pintacuda che amava le melodie del film 'Il Gattopardo'.

Ed infine Mimmo Pintacuda e le sue opere: chi non le conosceva ha scoperto un grande artista, un grande fotografo, un indagatore dell’umana emozione, le sue foto, custodite presso la Fondazioni Alinari di Firenze, riprese nel film sono una lunga carrellata delle più belle raccolte: “Per strada, cortili e mare”, “Visti da dietro”, “Quando i bambini non ci guardano”, “Il pittore, i poeti, il regista”, “la sedia racconta”, gli emigranti negli States, i volti di anziani: oltre cinquant’anni di meravigliose fotografie che contribuiscono a fare la storia della fotografia italiana del 900.

  

 

M.Mancini

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