Il sindaco Lo Meo spiega il suo No alla dichiarazione di dissesto
Pubblicato il 7 gennaio 2014 • Comunicati
Cari bagheresi,
Ho deciso di scrivere questa lettera aperta solo dopo l'approvazione degli emendamenti al Tuel (testo Unico degli Enti Locali), recentemente varati dal Parlamento e che danno al Comune di Bagheria la possibilità di riproporre il piano di riequilibrio finanziario pluriennale ed evitare così il dissesto finanziario.
Il risultato ottenuto è decisamente storico, e questa opportunità abbiamo tutti il dovere di non sprecarla in nessuna maniera. Riconosco al Consiglio Comunale la funzione propulsiva che ha svolto nel corso di alcune sedute che hanno spinto, tramite appositi ordini del giorno, la Giunta di governo a promuovere, nelle opportune sedi, una variazione della normativa poi accolta nelle legge di stabilità.
Io e la mia Giunta ci siamo convinti che la via del risanamento finanziario dell'ente sia quella giusta, da perseguire ad ogni costo per il bene di Bagheria, e che il dissesto finanziario dell'ente si debba in tutte le maniere evitare. Questo convincimento non nasce da questioni politico/elettorali (questioni relative all'incandidabilità), ma dal vissuto ultimo recente che mi ha fatto maturare la consapevolezza del clima che si instaurerebbe subito dopo la dichiarazione di dissesto: un clima nel quale per assenza di risorse finanziarie, sarebbe impossibile amministrare il Comune; senza contare la strisciante paura che si innescherebbe nei dipendenti comunali a rischio stipendio e licenziamento. Un numero cospicuo di famiglie bagheresi che hanno influenza sul tessuto economico della città.
Questa amministrazione ha già dimostrato, in passato, per altro restando anche isolata, la sua propensione ad atti coraggiosi, fondati su una corretta interpretazione del quadro normativo evitando, ove possibile, l’eccessivo formalismo amministrativo: è il caso dei rifiuti solo per fare un esempio. Come tutti facciamo errori, ma in buona fede.
Stiamo già lavorando per un piano di riequilibrio finanziario per scongiurare il dissesto. Siamo determinati a cancellare ogni forma di privilegio, intervenendo sulle sacche di inefficienza scoperte; ed i sacrifici per evitare il dissesto non riguarderanno solo le fasce deboli dei dipendenti comunali, ma quelle dei più garantiti, così come la stessa struttura apicale dell'amministrazione parteciperà a tali eventuali sacrifici.
Ci auguriamo che in queste ore si proceda in modo unito a difesa degli interessi dei cittadini, evitando battaglie politiche strumentali e pensando invece ad iniziative comuni di lotta, che vedano protagonisti l'amministrazione, i lavoratori ed anche le forze sociali.
Quello che deve essere chiaro, e che ho sottolineato sin da subito, è che non abbiamo alcuna intenzione di coprire responsabilità e vogliamo fare una operazione trasparenza e verità.
Non si coprono responsabilità di nessuno, non ci conviene neanche, dal momento che non siamo tra coloro che a questa situazione finanziaria ci hanno condotto.
Qualcuno è pronto ad augurarsi il fallimento della città, senza considerare che in tal caso Bagheria cadrebbe nel baratro: senza servizi fondamentali, fallimento di imprese, contrazione dei posti di lavoro, crisi del mercato immobiliare a causa della necessità di vendere dovuta al non riuscire a sostenere le imposte per le case ma in un mercato che acquista sempre meno proprio per lo stesso motivo.
Perciò la nostra amministrazione da un anno e mezzo -nonostante la situazione di pre-dissesto e la pressione di forze poteri avversi alla città - ha lottato strenuamente contro la dichiarazione di dissesto che non vogliamo tenere proprio in considerazione e contro la quale stiamo combattendo, sempre avendo a cuore la giustizia sociale e i diritti dei cittadini e dei lavoratori.
Voglio ricordare che è bastata solo una notizia giornalistica che annunciava la delibera della Corte dei Conti del 8 ottobre scorso, perché il nostro Tesoriere chiedesse spiegazioni e subito dopo una pratica per una fideiussione di importo molto contenuta (per l’acquisto delle autovetture per i vigili urbani) ci è stata respinta. Il tesoriere ovviamente fa il suo lavoro, ma considerate dunque cosa accadrebbe dopo la vera dichiarazione di dissesto.
Tutti noi, gli amministratori e la classe politica cittadina, nonché i sindacati, la Chiesa, tutte le forze politiche e sociali hanno il dovere di essere solidali nella scelta di evitare il dissesto, di evitare la catastrofe per Bagheria: a tal proposito chiedo ai sostenitori del dissesto di assumere il maggior numero possibile di informazioni dal sindaco di Alessandria e di Caltagirone di cosa significhi davvero dissesto.
Io ho cercato di spiegarlo più volte con diverse note e comunicati, ed ora voglio ribadirlo ancora, con parole semplici e senza tecnicismi, voglio dire perché l’amministrazione comunale di Bagheria non vuole il dissesto e perché sono il principale sostenitore del risanamento:
A) perché non voglio aumentare le tasse per 5/7 anni senza la possibilità di abbassarle cosa che potrebbe avvenire di certo con un piano di rientro;
B) perché non voglio vendere villa Cattolica, Palazzo Cuto' o Villa Butera, gioielli dei Bagheresi, con il rischio di svendere l'identità culturale e tradizionale di Bagheria;
C) perché non voglio consegnare le scelte della città ad una commissione liquidatrice e svilire il contenuto di qualsiasi futura amministrazione per tutti questi anni;
D) perché 24 comuni su 27 in dissesto che lo hanno dichiarato negli ultimi anni, lo hanno dichiarato di nuovo,condannando le loro comunità alla tassazione più elevata per 14 anni ;
E) perché senza alcuna forma di intervento finanziario, come dimostrano le statistiche fallimentari il dissesto finanziario non può risolvere la questione debitoria del Comune.
F) perché voglio tutelare i dipendenti comunali e loro famiglie, perché voglio che percepiscano regolarmente il loro stipendio e che in nessun caso rischino il loro posto di lavoro.
Per queste ragioni sono stato in silenzio, ho combattuto ogni santo giorno per cambiare la legge ed ottenere la possibilità di salvare la città dal dissesto.
I giacobini, per processare la classe politica usino i mezzi della democrazia, il dissesto finanziario non è il mezzo per condannare una classe politica ma per condannare una intera comunità .
Il mio appello oggi è fare fronte comune, la questione dissesto non è chiusa, ci si offre un’altra importante opportunità, la si offre non alla attuale classe politica la si offre alla Città!
Abbiamo il dovere tutti, maggioranza ed opposizione, di non perderla per il bene della comunità. Io non mi sottraggo e non mi sottrarrò alle mie responsabilità, chiedo a voi tutti di fare lo stesso Per questo motivo propongo, sin da ora, l’apertura di un tavolo permanente tra amministrazione e rappresentanze cittadine al fine di trovare le migliori soluzioni possibili entro i termini dell'approvazione del piano.
Vincenzo Lo Meo
Sindaco di Bagheria