Piano di riequilibrio: il sindaco incontra una delegazione per discuterne

Pubblicato il 21 gennaio 2014 • Comunicati

Il sindaco di Bagheria, Vincenzo Lo Meo, ha incontrato ieri pomeriggio, a palazzo Butera, una rappresentanza di associazioni e cittadini, tra i quali, il gruppo politico “Attivisti Liberi del Movimento 5 Stelle” e ed il gruppo civico “Noi Cittadini” che avevano richiesto un incontro per discutere sul piano di riequilibrio. Erano presenti anche liberi cittadini e rappresentanti del Movimento Bagheria Bene Comune.

Per l’amministrazione comunale, oltre al primo cittadino era presente anche l’assessore al Personale, Antonio Scaduto.

L’incontro è iniziato con un lungo intervento del sindaco che ha illustrato ai presenti la situazione debitoria dell’Ente: “I debiti ammontano approssimativamente tra i 45 ed i 50 milioni di euro da quanto mi comunicano gli uffici” – spiega Lo Meo – 25 milioni sono da attribuire alla questione Coinres (il consorzio che si occupa della raccolta dei rifiuti), circa 12 milioni di euro sono da attribuire al settore Lavori Pubblici, (come si evince dal prospetto dei debiti fuori bilancio pubblicati sul sito) ed agli espropri e 5 milioni di euro sono costituiti da giudizi e procedimenti legali in corso (alcuni dei quali si potrebbero risolvere anche positivamente per l’Ente), ed infine, un centinaio di migliaia di euro sono da ascrivere a tutti gli altri settori dai quali attendiamo di riceve l’elenco che pubblicheremo nei prossimi giorni grazie al quale avremo un’idea più certa”.

A fronte di questa massa debitoria bisogna attivare tutte le possibili fonti di finanziamento – spiega Lo Meo e ne indica le eventuali e possibili, riferendo del fondo regionale di 5 milioni l’anno che la Regione stanzierà per tutti i Comuni in pre-dissesto, “circa un milione l’anno, per dieci anni, sarà concessa al Comune di Bagheria. Un’altra fonte di finanziamento è costituita dal fondo di rotazione del Governo nazionale, circa 11 milioni di euro considerando 200 euro per ogni cittadino bagherese. Ed ancora da considerare un mutuo della Cassa Depositi e Prestiti per il fondo per le spese per gli investimenti cui le spese di esproprio potrebbero essere assimilabili, cosa diversa dai fondi del muto trentennale della cassa DDPP con il quale si stanno pagando tutti i fornitori”.

“Nominalmente dunque le linee di finanziamento coprirebbero i debiti – spiega il sindaco – in considerazione che si possano attivare diverse vie di transazione, quindi ridurre il debito, se si pagano prima e subito i creditori. A ciò si aggiunge una particolare azione di lotta all’evasione e all’elusione che stiamo mettendo in atto affidandoci anche ad una ditta esterna per far parlare tra loro le diverse banche dati tributarie – continua Lo Meo – e ancora si prospetta la vendita dei beni immobili, ovviamente non sto parlando dei “gioielli di famiglia”, che una dichiarazione di dissesto potrebbe anche mettere in pericolo, ma di immobili quali il macello e le tre opere pie e non dimentichiamo anche la notevole diminuzione della spesa corrente che questa amministrazione ha attuato di circa 4 milioni di euro contro una spesa corrente di oltre 30 milioni di euro degli anni precedenti.”

Il sindaco che ha cercato poi di rispondere più dettagliatamente a tutte le domande che gli venivano poste dai presenti si è detto disponibile ad incontrare altri cittadini, associazioni o movimenti che volessero discutere su questo tema, ovviamente i tempi per la realizzazione del piano sono dettati dalla legge e si deve lavorare alacremente per ottenere il risultato di portare in Consiglio comunale un piano ben fatto, efficace, credibile e condiviso, cui anche i revisori dei conti possano dare il loro giudizio positivo.

In merito alla domanda relativa a fare uscir fuori i colpevoli di questo stato finanziario dell’Ente il sindaco ha risposto: “sono un forte sostenitore del piano di rientro non solo per tutte le motivazioni tecniche e finanziare che ho già, più volte, spiegato ma sottolineo che non sono preoccupato della non ricandidabilità che il dissesto determina, oltre al fatto che anche un piano di rientro, con l’analisi di tutti i debiti fuori bilancio, permette di verificare chi sono i responsabili dello sfacelo economico che ho trovato appena insediatomi, e la Corte dei Conti controllerà ogni sei mesi”.

“Nel caso di una dichiarazione di dissesto invece – continua a spiegare il sindaco – questa città verrà gestita da una terna commissariale che dovrebbe costare circa 450 mila euro annui in più, per 5 anni più altri probabili 5 anni considerando che quasi il 90% dei comuni che hanno dichiarato dissesto sono poi stati costretti a dichiararlo per altri 5 anni. Il percorso del dissesto è un percorso rigido e precostituito, il piano di rientro è più “possibilista”, permette alla città di avere una classe politica che, se le cose pian piano migliorano potrebbe anche rivedere alcune spese e costi che gravano sulla città. E non aggiungo tutti gli effetti di un dissesto sul mercato immobiliare, saturo perché nessuno acquisterebbe più case per le quali deve pagare tasse altissime”.

Toccato anche il tema del personale comunale, da alcuni dei presenti è venuta fuori, chiara, la richiesta di un dissesto non solo per punire i responsabili ma anche per licenziare qualche supposto fannullone che lavorerebbe in Comune, attacchi sono stati rivolti anche alla classe dirigente del Comune. A tal proposito il sindaco ha detto: “ i dipendenti comunali sono 408, in linea di massima corrispondono al numero che l’Ente dovrebbe avere per numero di abitante, questo vuol dire che anche con la dichiarazione di dissesto non si dovrebbero verificare licenziamenti né tanto meno mobilità, ma poi davvero si pensa che licenziando qualche dipendente si risolvono i problemi economici dell’Ente? La corsa al capro espiatorio non serve a nessuno”.

Lo Meo torna infine sul discorso del Settore speciale e temporaneo creato ad hoc per la redazione repentina ed efficace del piano: “che si chiami settore, ufficio o gruppo di lavoro poco importa, si tratta di dipendenti individuati, ognuno per ciascun settore che svolgeranno una particolare azione di ricognizione dei debiti del settore, della ricerca di soluzioni per il risparmio. Dare come incentivo il 60% della quota, già prevista, al raggiungimento dell’obiettivo ci è sembrato un modo per gratificare e far lavorare con ancora maggior attenzione e lena il personale di questo Comune; le somme che stanno erroneamente circolando sui vari social network sono fantasiose, né tanto meno è una nuovo stanziamento ad hoc ma l’ottenimento del premio di produttività previsto per i dipendenti ogni anno”.

L’incontro in cui il sindaco Lo Meo ha ribadito le sue motivazione a favore del piano di riequilibrio preferibile al dissesto, perché affidato alla gestione politica e non commissariale, si è concluso con una rinnovata apertura di disponibilità nei confronti di tutti i cittadini liberi o associati, politicizzati e non,per un miglioramento della proposta di piano di riequilibrio su cui dovrà poi decidere il Consiglio comunale.

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M.Mancini

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