Pasqua 2025: Rappresentazione teatrale: "Matri Dulurusi" villa Butera

Pubblicato il 15 aprile 2025 • Presentazioni , Teatro

 

Mercoledì 16 aprile 2025, alle ore 21:00 si svolgerà presso il teatro “Monsignor Muratore” di villa Butera una rappresentazione teatrale del cantastorie siciliano Paolo Zarcone  e Lidia Fortunato dal titolo:  "Matri Dulurusi". I due artisti porteranno in scena un'intensa rappresentazione teatrale e musicale sul tema del legame madre-figlio nella cultura popolare siciliana, dando voce allo strazio delle madri che hanno visto i propri figli vittime delle ingiustizie sociali. Oltre alle sue composizioni, Zarcone interpreterà testi di autori come Ignazio Buttitta e Ciccio Busacca. Un'occasione unica per assistere ad una performance del cantastorie bagherese che promette di essere ricca di significato.
L'evento, patrocinato dalla città Metropolitana di Palermo, rientra tra gli eventi pasquali previsti dall'amministrazione comunale di Bagheria.

MATRI DULURUSI

 Il sentimento popolare che – in Sicilia come in tutte quelle regioni del mondo investite dalla dominazione spagnola – celebra l’inscindibile legame madre-figlio, il cordone ombelicale mai reciso (mutuato attraverso il rapporto Maria-Gesù della religione cattolica), trova in maniera pregnante un’eccezionale manifestazione nella cultura popolare siciliana.
Nello spettacolo “Matri dulurusi” il cantastorie Paolo Zarcone, accompagnato per l’occasione dalla cantante Lidia Fortunato, si fa interprete di questo sentimento dando voce alle voci che hanno celebrato lo strazio delle innumerevoli “marie” che – in Sicilia e altrove – hanno visto crocefissi i propri “gesù” a causa delle opposizioni dei poteri forti della nostra società.

Questo il programma musicale dello spettacolo:

Diu vi salvi, Rigina (tradizionale)

MATRI DULURUSA

Canto religioso tradizionale eseguito nel periodo pasquale in diversi centri del Palermitano (Vicari, Marineo, Misilmeri).
A Bagheria lo stesso testo è eseguito da un canto melodiaoriginale nella chiesa del Santo Sepolcro: al termine della processione del Venerdì Santo nella piazza antistante la chiesa, particolarmente suggestiva è la versione eseguita dal parroco accompagnato dalla banda musicale.
Chistu unn’è me figghiu (Felicia Bartolotta Impastato)
Il grido straziante con cui la madre di Peppino Impastato, stentando a credere alla morte del figlio, vuole raggiungere tutti coloro che hanno perso qualcuno per mano della mafia.

 
Lamentu pi la morti di Turiddu Carnivali (Ignazio Buttitta / Ciccio Busacca)
La cantata, scritta da Buttitta per Ciccio Busacca, rese noto in tutto il mondo il cantastorie di Paternò. In essa rilievo straordinario è dato al “lamento” della madre del sindacalista di Sciara, assassinato dalla mafia, in cui è straordinariamente palese il parallelismo Turiddu Carnivali/Gesù e Francesca Serio/Maria.
 

La storia di Salvatore Giuliano (Ciccio Busacca)

Nella sua “Storia di Turiddu Giuliano”, il grande cantastorie Ciccio Busacca pone a chiusura di essa una “canzunetta”, il pianto della madre di Giuliano verso il figlio ucciso.
 

Lamentu d’una matri (Ignazio Buttitta / Paolo Zarcone)

Il poema – messo in musica da Zarcone – fu scritto da Buttitta in occasione della strage di Portella della Ginestra del 1947. È il “lamento” della madre di una giovane vittima della strage a cui la madre così si rivolge: “...ca si chiantatu comu Cristu ncruci!”.
 

Littra a na mamma tedesca (Ignazio Buttitta)

Definita da numerosi critici la più decisa poesia contro la guerra, è la lettera di un soldato italiano alla madre del soldato tedesco che lui stesso si è trovato ad uccidere nel corso di una battaglia della Prima Guerra Mondiale.
 

Lamentu di la cruci (Paolo Zarcone)
Cantata in versi siciliani composta da Zarcone ed eseguita solitamente nelle piazze durante la Settimana Santa. Narra della vita e morte di Gesù di Nazareth e si conclude con due “chianti” (pianti): il primo di Gesù crocefisso rivolto alla Madonna, il secondo della madre al figlio.

Ufficio stampa.