Quando un musicista ride: Ricordo di Boris Vitrano ad un anno dalla morte.
Pubblicato il 25 gennaio 2021 • Comunicati
Riceviamo e pubblichiamo :
"Trovarmi al 25 Gennaio del 2021 significa che è passato un anno da quando Boris ha cominciato a guardarci dall’Alto; un anno che lui ha avuto la grazia di non vedere da qui perché, conoscendolo bene, credo lo avrebbe fatto davvero soffrire; un po’ per la salute dei suoi cari e per la preoccupazione di essere asmatico e molto, moltissimo, per il fatto di vedere la vita, la società, impoverirsi in rapporti quasi orfani del contatto, della condivisione, dell’arte respirata.
So anche che avrebbe tenuto per se questa sofferenza e l’avrebbe affrontata con una delle più grandi fra le sue risorse, la sua intelligenza ironica smisurata che non perdeva mai l’allineamento con il cuore di grande uomo qual era. E avrebbe riso, facendo bene a sé e agli altri, come sempre. Esattamente questo era Boris: un musicista che rideva. Un anno “senza lui”, però, non mi ha fatto sentire più solo, più povero, perché vent’anni di musica ininterrottamente vissuta insieme a grandi profondità, di musica “totale”, vent’anni con un papà, un Maestro, un amico vero, sono stati spazio e tempo, realtà e sogno, che mi hanno formato, che ho vissuto e vivo, di cui mi faccio portatore in tutti gli aspetti della vita mia, sono un tempo che continua. Ho vissuto, per mio privilegio, in un mondo che ho condiviso con persone amate e che porta il suo nome: Boris Vitrano, in arte Boris, e il mio, con lui, è stato un incontro necessario. Aveva scelto Bagheria per vivere ed io, che ancora non lo sapevo, ero sulla sua strada pronto per essere accolto. Non è facile raccontare un rapporto così simbiotico, di filiazione; ma non solo a me Boris ha dato tantissimo, nè a pochi gruppi sparsi di persone: settantacinque anni di carriera hanno segnato la grande vita musicale di Palermo e, con essa, i ricordi e le emozioni di migliaia di persone di diverse generazioni. Pure di tutto ciò hanno goduto quanti hanno potuto incontrare questo musicista nei vari tour intorno ad un Mar Mediterraneo di un altro tempo oppure in giro per l’Europa durante una vita di avventura davvero basata sull’arte dell’incontro; nel ’61, ad Amburgo, Boris era solito scambiarsi reciproche visite di cortesia con i nascenti Beatles: la musica passava fra le loro mani dai lussuosi caffè dei quartieri alti dove lui suonava agli infimi locali della Reeperbahn che i secondi frequentavano mentre il mondo stava per cambiare! Un artista internazionale per vocazione, Boris, e siciliano di nascita e sempre; dalla Albelgheria di una Palermo sotto i bombardamenti, viene fuori potentissimo l’estro esperito fra musica popolare, jazz, rock, canzone d’autore, pop e ancora nel teatro o nella pittura: un estro che gira il mondo con successo nei sotterranei circuiti di club, teatri, caffè, pianobar e floor show di nightclub. Palchi e palchetti, i più veri! La sua carriera d’artista è stata costellata di ogni fatto, di successi con i suoi “The Moderns”, della partecipazione da protagonista ai mitici festival “Pop70” e “Pop71” che hanno visto Palermo paragonarsi senza grossi timori a Woodstock, o, ancora, di un importantissima attività capace di legare la musica e la ricettività turistica sia a “Città del Mare” che alla “Zagarella” grazie alla fine arte nobile dell’intrattenimento di cui resta maestro indiscusso; un’arte applicata: la musica “applicata” alla vita che gli scorre in mezzo. Questa carriera è stata spesso raccontata – a vario titolo e bene! – da giornalisti e registi cinematografici, ed è storia, ma quando lui, pensionato, ragionava di averla, forse, conclusa, cominciava una nuova storia: la nostra. Io avevo quindici anni; Boris mi prendeva a studiare con sé come suo unico allievo. Cominciamo a suonare in due e subito nasce il “Boris Bossa Nova Jazz Ensemble”: il maestro sessantacinquenne raccoglie intorno a sè noi giovanissimi – la cantante Giusy Filì, Michele Bellanca al basso elettrico e Davide Lo Cascio alla batteria –, segna la nostra formazione musicale e ci porta in concerto in diverse occasioni pubbliche molto particepate. Una rivoluzione, questa, per noi ragazzi che proprio non sapevamo quale scenario ricchissimo si sarebbe aperto davanti a noi! Subito segue una formazione ridotta: torniamo a suonare in duo, il “Baharìa duo”, con Boris cantante e strumentista alla chitarra e alla tromba per un repertorio dedicato al grande Songbook jazzistico a noi molto caro. Così mi ritrovo ad essere accolto dai compagni di sempre del Maestro per formare un quartetto con Guido Iraci al basso ed il meraviglioso Doruccio Cammarata – a molti noto come Sal Cammarata – alla batteria. Fra i nostri giorni più felici, quelli; giorni pieni ancora di jazz e di Brasile. Si sa che chi ama queste musiche che appartengono a culture di mescolanza e di incontro, di mare e di porto, ama anche la musica di Napoli, la più classica: il “Baharìa duo” torna, allora, in scena proprio a Bagheria con un repertorio di canzoni, tarantelle, serenate e macchiette di quella tradizione secolare tutta nostra. In quegli stessi anni seguo il Maestro nella sua militanza nella fortunata “Palermo Dixieland jazz band” diretta da Enzo Romano: un’altra lezione di vita e di musica. Senza che mai si interrompa il nostro “filo”, sopraggiunge il periodo dei miei lunghi soggiorni fuori dalla Sicilia, periodo che, tuttavia, vede un consolidarsi ulteriore della nostra collaborazione; alternare fasi di silenzio a concitati momenti in cui ci affrettiamo a portare in scena questo o quell’altro lavoro cogliendo l’occasione propizia alimenta il nostro affiatamento e, probabilmente, anche l’ispirazione del Maestro per la sua nuova realizzazione: il “Boris Bossa Sicula Trio” nasce così. La formazione prevede l’apporto artistico di due nuove preziose presenze: Claudio Iandolino al basso elettrico e la deliziosa Silvia Frittitta, ospite fissa come cantante e, talvolta, alle percussioni. Il nuovo repertorio si rivela assolutamente originale e affascinante; un lavoro di estrema finezza e dalle implicazioni numerosissime operato da Boris su selezionati brani della letteratura jazzistica e brasiliana ne traduce i testi in siciliano con risultati di musicalità sorprendente: altri pezzi vengono composti in musica e parole per il gruppo seguendo la stessa onda.
“Boris Bossa Sicula Trio” e Silvia Frittitta collaborano con il “Centro Sperimentale di Cinematografia - Sede Sicilia” diretto da Ivan Scinardo per la realizzazione della rassegna da me ideata “Fuori Colonna – Concertazioni cinematografiche”: è un traguardo fondamentale, per noi, trovarci a pieno titolo sulla scena della Scuola Nazionale del Cinema. Il trio-quartetto è affiatatissimo e incontra le più svariate realtà: fondante è quella dello spettacolo “Scalo a Ponente” tenutosi sul mare di Aspra sotto l’egida di Michelangelo Balistreri durante il quale a Boris viene assegnata, ad honorem, la direzione artistica della Compagnia “Tango Disìu - Le Musiche dei Porti”, realtà che oggi coordina la totalità delle attività culturali che promuovo. Nella stessa occasione e con il beneplacito del maestro, offriamo la presidenza onoraria della Compagnia a Flora Buttitta, figlia del poeta Ignazio: troppo importante, per noi, avere vicini i nostri “grandi” per un flusso continuo della Memoria. Qualche tempo dopo, Boris affida alla medesima formazione un nuovo lavoro originale, l’opera “Nuvena di Natali – t’a cuntu e t’a cantu”, l’ultimo che abbiamo portato in scena mentre altri progetti ancora gorgogliavano nella creatività di un artista immenso. Infine, a me il compito di curare la sua desiderata e intima raccolta di scritti “Poesia e Canzoni” che rivela, ancora una volta, un artista siciliano in ogni cellula, che tutto macina e rimpasta con attenzione e dedizione nella sua siciliana visione della vita. Una poesia che è vita perchè la vita è poesia. Perchè ricordare Boris parlando delle nostre realizzazioni? Semplicemente per due motivi. Il primo: Boris ha voluto suonare con noi, a noi si è dedicato, e non ho miglior modo per coinvolgervi in un ricordo vero che raccontarvi di come è andata, di cosa vivevamo mentre ogni fatto nasceva, di come anche voi potete vivere la sua musica e la sua poesia attraverso le sue realizzazioni e, anche se in minima parte, attraverso le nostre, quelle dei suoi ragazzi. Il secondo: vent’anni, anche se così pieni, anche se aiutano a farsi un’idea di come poter ipotizzare le proporzioni della caratura umana e artistica messi in gioco in una così lunga e appassionata vita musicale, sono una goccia nel mare dell’arte di Boris. E’ bene saperlo, fare memoria: ha vissuto per quarant’anni a Bagheria, realizzato in una famiglia davvero bella tirata su con grande fatica insieme alla sua amata Anna Maria, è stato sempre partecipe a tutti i livelli della società di un paese che ha voluto fare suo, come artista ma anche come Capo scout: un punto di riferimento per molti, una persona vera che molti altri non hanno avuto la fortuna di conoscere. Amate i vostri artisti! Amateli anche quando non sapete che sono esistiti: il loro respiro è ancora il vostro. Vi ho raccontato qualcosa della nostra storia perchè l’ho vissuta ogni giorno come uno qualsiasi di voi avrebbe potuto fare e ho avuto il privilegio si sentire la meraviglia del suo amore paterno, la sua protezione. Sono stato al fianco di un grande che va ricordato.
Un anno fa, alla sua veglia, ho suonato con i suoi figli; abbiamo pregato, abbiamo bevuto in suo onore un vino buono mentre ricordavamo i fatti divertenti fra le risate. Risate, non sorrisi. E musica. Risate e musica. E così è stato anche il suo funerale: prima con Lidia Gammacurta durante la funzione e poi fuori con Gaetano Motisi, Vincenzo Castello, Alfredo Orlando e Giacomo Tantillo: musica dixieland, musica di prìo, mentre i passanti ci guardavano e applaudivano. Applaudivano lui.
Arrivederci, Maestro. Ci rivediamo."
Francesco Maria Martorana.
In allegato il link del video concerto tenutosi il 23 Dicembre 2014 alla Chiesa Madre di Bagheria: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=3776878625667409&id=100000359254526
‘A Morti
Bagheria, il 15 Giugno 2013
Qunnu ‘a Morti arrivarà,
iu ci dicu: t’aspittava,
ma m’ha ddiri, pi’ piaciri,
si ti manna lu Signuri.
Siddu è d’Iddu lu vuliri
iu ci vegnu cu piaciri…
ma si è… la cuncurrenza
abbi un pocu di pacenza,
dunami qualchi minutu
unni calmu e risulututu,
iu mi pozzu agginucchiari
e mi pozzu cuncintrari,
rivulgennumi ‘o Signuri,
ringraziannulu di cori,
di la vita ca m’ha datu
e di comu l’haiu vissutu.
Siddu è mali c’haiu fattu,
nna lu ‘nfernu rittu rittu
mi mannassi, è la me sorti.
Ccà t’u dicu, cara Morti.
Ma si tutta la me’ vita
senza sfarzu, ritirata,
l’haiu vissuta a meravigghia
sempri attentu a la famigghia,
sempri prontu a tutti l’uri
a priari lu Signuri…
rivulgennumi a Maria,
Matri Santa, Matri mia,
di priari ‘u granni Diu
d’ascutari ‘u me’ disiu:
d’abbuzzari c’un surrisu,
la trasuta ‘mparadisu.
Chistu è quantu c’avia a diri
‘o Signuri, cu’ piaciri!
La me’ supplica ora è ccà!
Fatta sia ‘a to’ volontà!
Boris