Presentato “Non ci resta che correre”, romanzo che racconta la storia del bagherese Edoardo Vaghetto
Pubblicato il 17 novembre 2017 • Comunicati
In tanti sono accorsi ieri, 16 novembre, a villa Aragona Cutò dove è stato presentato il primo libro di Biagio D’Angelo “Non ci resta che correre. Una storia d’amore e di resistenza", tra i cui protagonisti figura il bagherese Edoardo Vaghetto, pluripremiato maratoneta che alla veneranda età di 78 anni non vuole ancora smettere di correre e che rappresenta un esempio per tanti, soprattutto giovani.
Alla presentazione, moderata dal giornalista Camillo Scaduto, sono intervenuti, oltre l’autore, l’assessore alla cultura Romina Aiello – che a nome dell’Amministrazione ha espresso orgoglio nell’ospitare tale evento e l’ammirazione nei confronti di Vaghetto e le sue gesta sportive, Maurizio Lo Galbo dell’Anci Sicilia Giovani, lo stesso Vaghetto e Tommaso Ticali, allenatore del corridore bagherese.
“Non ci resta che correre” – edito da Rizzoli - è il romanzo d’esordio dell’autore il quale, assistendo a un’edizione della celebre maratona di New York, ha subito inevitabilmente il fascino di questa disciplina sportiva, facendo nascere una vera e propria passione che lo ha portato a voler raccontare quel mondo fatto di sacrificio, sudore e tenacia che è il running. Per fare questo D’Angelo, con una buona dose di ironia, scrive una coinvolgente raccolta di storie i cui protagonisti incarnano l’essenza stessa della della disciplina, esaltandone il carattere fortemente “democratico” – come l’autore stesso afferma.
Una delle storie che di più ha colpito Biagio D’Angelo e che ha voluto dunque fortemente inserire nell’opera è stata proprio quella di Edoardo Vaghetto, il quale desideroso di dare una svolta alla sua vita, a 60 anni decise che sarebbe stata la corsa a dare quella svolta. Oggi Vaghetto ha 78 anni ed effettivamente la sua via è cambiata parecchio; infatti è, oggi, il secondo ultramaratoneta al mondo nella categoria M75. Nonostante questo però non ha ancora intenzione di smettere, voglioso e determinato a raggiungere nuove sfide, mantenendo però quella sua natura nobile da “gentiluomo della corsa”, come definito da Scaduto.
ufficio stampa