Dopo il vernissage per la stampa, parte oggi alle 17.30 a villa Cattolica la mostra “Guttuso, ritratti e autoritratti”

Pubblicato il 18 aprile 2015 • Comunicati

conferenza stampa Oltre 70 opere, 14 sale, 36 video di Rai teche, 9 video schermi, 1 catalogo ricco di prestigiosi contributi, sono alcuni dei numeri della mostra “Guttuso, ritratti e autoritratti” il cui vernissage per la stampa si è tenuta stamani alle 12.00 nella villa dei Principi di Cattolica, sede del museo Guttuso.

Oggi alla 17.30 si svolgerà l’inaugurazione al pubblico, alla presenza tra gli altri dell’assessore ai Beni Culturali e all’Identità regionale, Antonio Purpura e di numerose personalità delle Istituzioni, della Cultura e della politica.

 

Alla conferenza stampa di oggi erano presenti il sindaco di Bagheria, Patrizio Cinque, l’assessore alla Cultura, Rosanna Balistreri ed i curatori Dora Favatella Lo Cascio consulente comunale per la mostra e Fabio Carapezza Guttuso presidente degli Archivi Guttuso.

La video registrazione integrale della conferenza stampa sarà disponibile sul sito web e sul canale Youtube del Comune prossimamente.

Dopo la conferenza, i giornalisti, accompagnati dai curatori, hanno visitato la mostra e visto le ricostruzioni storiche di Rai teche grazie ai video montati lungo il percorso nelle sale rimesse a nuovo così come la villa, che ha subito un primo restyling cui ne seguirà, a breve, uno di più grande portata.

“E’ questo il terzo appuntamento degli “Itinerari Guttusiani” avevamo paura di non farcela” - esordisce il sindaco Cinque accennando alle note difficoltà di qualche tempo fa che hanno coinvolto il museo a causa del dissesto finanziario dell’Ente – invece siamo qui oggi a rilanciare l’attività del museo, di Bagheria che deve essere Città delle ville, città del turismo. La vena rivoluzionaria di Guttuso si è diffusa anche a questa amministrazione che vuole che Bagheria non tralasci il culto della bellezza”.

“Superate le difficoltà c’è stato un grande lavoro di squadra tra dipendenti, volontari perché i Bagheresi riacquistino la consapevolezza delle loro origini culturali” – ha sottolineato l’assessore Balistreri che ricorda i tempi in cui la villa rischiava di essere inglobata nella cementificazione di anni infausti per la città. “Questo è il punto di partenza di una serie di azioni che vedranno la Cultura ed il Turismo colonne portanti della rinascita bagherese” – conclude l’assessore.

 

Entrano nel vivo della mostra gli interventi dei curatori. Dora Favatella Lo Cascio dalla cui esperienza trentennale presso il museo trae la sua forza per essere oggi ancora il “nuovo” sebbene memoria storica del museo, ha sottolineato i sodalizi e la storia che viene raccontata attraverso questi volti ripresi dal maestro Guttuso e dal suo volto stesso che cambia non solo per effetto del tempo ma per gli eventi che vive: politici culturali, sociali. “Sono tre gli elementi forti di questa mostra – spiega Favatella – il dipinto vero e proprio, l’aspetto che attiene alla ricerca del volto – non tutti i ritratti realizzati sono stati infatti utilizzati proprio per creare un unicum narrativo ed infine la storia di Guttuso l’aspetto documentaristico attraverso gli interessanti e didascalici video di Rai teche”.

“La mostra è sintesi completa con il suo territorio, non avrebbe senso se Guttuso non fosse seppellito qui – spiega il presidente degli Archivi Guttuso, Carapezza – l’artista è voluto tornare in Sicilia, terra sempre presente nella sua vita”. “Guttuso fa da traino, quale personaggio più noto ad altre eccellenze presenti nel museo: dalla fotografia al carretto siciliano”. Il curatore è poi entrato nel merito di alcune opere esposte soffermando sugli autoritratti e sottolineando come il viso di Guttuso, da lui stesso ripreso cambiasse: si modificavano i lineamenti, si evidenziavano le rughe, usando sempre tecniche diverse <<cambia questo volto che vedo ogni giorno davanti allo specchio>> diceva lo stesso maestro”. “Guttuso non dipinge persone che non lo interessano, non è un ritrattista e ritrae anche volti immaginari, ideologie” spiega Carapezza.

Una mostra tutta da gustare pian piano dunque: dalla stanza dei familiari con i ritratti del padre, della madre, l’autoritratto, la lunga parete con gli autoritratti dal 1938 al 1975 e poi i magnifici dipinti della moglie Mimise, di Eugenio Montale, di Alberto Moravia, di Pablo Neruda, di Anna Magnani, Zeudi Araja, di Manzù che poi realizzò la sua tomba che trionfa nel giardino di villa Cattolica e ancora Natalino Sapegno, Giorgio Amendola, Giovanni Pirelli, il nostro Ignazio Buttitta, Elio Vittorini, tanti volti della cultura, della politica, della società che hanno fatto grande la storia del 900.

Marina Mancini
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